Aurelio Andreazzoli, ex collaboratore e amico di Luciano Spalletti, ha condiviso le sue riflessioni sulla Juventus guidata dal tecnico toscano. Le sue dichiarazioni, rilasciate in esclusiva a Tuttosport, hanno toccato vari aspetti, dall’impatto immediato di Spalletti sulla squadra al potenziale di Dusan Vlahovic, passando per l’importanza dell’ambiente e la necessità di coesione per raggiungere i risultati.
L’impronta di Spalletti e la sua filosofia di gioco
Andreazzoli ha espresso fiducia nella capacità di Spalletti di lasciare un segno distintivo fin da subito, anche in un contesto nuovo come quello della Juventus. Ha sottolineato come il tecnico sia in grado di imprimere il proprio marchio sulle squadre che allena, portando a un’espressione di gioco che, pur richiedendo tempo per i dettagli più fini, si manifesta rapidamente. L’ex collaboratore ha ricordato come Spalletti abbia sempre valorizzato gli attaccanti, citando le sue esperienze passate con la Roma e l’Udinese, dove il bel gioco si è tradotto in risultati concreti. Per Andreazzoli, l’estetica del calcio non è fine a se stessa, ma un mezzo per raggiungere la vittoria, dimostrando che “dentro il bello di Spalletti c’è la sostanza“.
Il potenziale di Vlahovic sotto la guida di Spalletti
Riguardo alla situazione di Dusan Vlahovic, Andreazzoli ha descritto l’attaccante serbo come una risorsa preziosa per qualsiasi allenatore. Ha evidenziato il grande potenziale che Vlahovic possedeva già al momento del suo trasferimento dalla Fiorentina e che, a suo parere, può ancora esprimere pienamente. L’amico di Spalletti non ha previsto difficoltà nell’integrazione del giocatore nel sistema del tecnico, suggerendo che la sua presenza sia un vantaggio significativo per la squadra. La sua visione è che un attaccante con tali qualità possa solo beneficiare del tipo di gioco proposto da Spalletti, che storicamente ha saputo esaltare le doti offensive dei suoi calciatori.
L’importanza dell’ambiente e le aspettative dei tifosi
Affrontando il tema dell’ambiente e delle reazioni dei tifosi, Andreazzoli ha espresso una posizione chiara. Ha suggerito che un atteggiamento negativo da parte dell’ambiente sarebbe “non esattamente intelligente”. Ha enfatizzato che il desiderio primario del tifoso juventino dovrebbe essere quello di vedere una squadra esprimersi al meglio, indipendentemente da chi sia alla guida tecnica. Ha liquidato come “scemenze” le discussioni su aspetti extra-calcistici, come il tatuaggio dello scudetto napoletano di Spalletti, invitando a concentrarsi esclusivamente sul lavoro svolto sul campo e a concedere il tempo necessario per valutarne i frutti.




