Paolo Aicardi, in qualità di presidente dei piccoli azionisti della Juventus, ha espresso forti preoccupazioni riguardo il futuro del club intervenendo a Radio Bianconera. Le sue parole, rilasciate a margine di un CdA cruciale, delineano un quadro complesso che intreccia necessità finanziarie, dubbi sulla nuova dirigenza e strategie di mercato da rivedere.
Aumento di capitale e l’incognita Champions
Il tema più caldo è quello finanziario. Secondo Aicardi, l’aumento di capitale da 100 milioni di euro non sarà sufficiente a sostenere le casse del club, soprattutto in uno scenario che vede la Juventus lontana dalla qualificazione alla prossima Champions League. “Ho brutti presagi”, ha confessato, sottolineando come la mancata partecipazione alla massima competizione europea renderebbe inadeguato l’attuale piano di ricapitalizzazione, aprendo a scenari economici ancora più difficili per la società.
Una dirigenza senza uomini di calcio
Forti perplessità sono state sollevate anche sulla composizione del management. Aicardi si è detto speranzoso per la nomina di Comolli come amministratore delegato, ma al tempo stesso preoccupato per la sua scarsa familiarità con la lingua e la cultura italiana. Il vero nodo, però, risiede nella mancanza di competenze calcistiche all’interno del Consiglio. “Questo è un Consiglio che potrebbe guidare anche una multinazionale, una banca. Ma purtroppo in esso non c’è nessuno che sappia di calcio”, ha dichiarato Aicardi. Ha poi ricordato i periodi di successo del club, caratterizzati da una diarchia al comando, come le coppie Moggi-Giraudo o Agnelli-Marotta, suggerendo la necessità di affiancare a figure con competenze finanziarie un manager di comprovata esperienza nel mondo del pallone, citando come esempio un profilo come quello di Giorgio Chiellini, ma non solo.
Critiche al mercato e futuro della proprietà
L’analisi di Aicardi si è estesa anche alle recenti strategie di mercato, criticando l’acquisto di giocatori che non trovano spazio in campo e mettendo in discussione le scelte di Giuntoli. Riguardo a un’eventuale cessione della società, si è mostrato scettico, evidenziando la necessità di un compratore e di un progetto chiaro. Ha escluso un ritorno di Marotta, definito “passato”, auspicando invece l’arrivo di una figura giovane e di prospettiva, supportata da un forte impegno da parte dell’azionista di maggioranza, impegno che a suo dire finora è mancato.




