Nel vibrante panorama del calcio italiano, le parole degli addetti ai lavori risuonano spesso come premonizioni o analisi acute. Riccardo Trevisani, intervenuto ai microfoni di Cronache di Spogliatoio, ha offerto una prospettiva incisiva sul momento delicato che sta attraversando la Juventus, delineando scenari futuri che potrebbero ridefinire l’identità della squadra, soprattutto in vista di un possibile cambio di guida tecnica.
La Juventus e il nuovo assetto tattico
L’analista ha espresso una chiara visione sulla necessità di un intervento profondo per la formazione bianconera, suggerendo che ‘la Juventus necessita di un riassetto complessivo per ritrovare la sua vera essenza’. Ha poi proseguito, immaginando un assetto tattico specifico: ‘Immagino una Juventus schierata con un 4-2-3-1, una soluzione che potrebbe garantire maggiore equilibrio e spinta offensiva’. Per la linea difensiva, Trevisani ha elencato diverse opzioni, menzionando nomi come Kalulu, Gatti, Kelly, Cambiasso e Cabal, sottolineando l’importanza di una difesa a quattro solida e versatile.
Il cuore del centrocampo e il caso Koopmeiners
Il cuore del centrocampo, secondo Trevisani, dovrebbe essere affidato a una coppia inamovibile: ‘Locatelli e Thuram dovrebbero essere i pilastri del centrocampo, una diga costante in ogni partita’. La discussione si è poi spostata su Teun Koopmeiners, con una riflessione sul suo posizionamento: ‘Se Koopmeiners venisse impiegato come trequartista, sarebbe una scommessa. Non è il suo ruolo preferito, ma con un tecnico come Spalletti, sono convinto che potrebbe essere rigenerato e trovare la sua dimensione ideale in campo’.
Il futuro di Vlahovic: un paragone illustre
Un punto particolarmente dibattuto ha riguardato il futuro di Dusan Vlahovic. Trevisani ha avanzato un’ipotesi audace, paragonando la sua situazione a quella di altri grandi attaccanti che hanno dovuto fare i conti con le scelte di un allenatore orientato al bene collettivo: ‘La storia di Vlahovic alla Juventus potrebbe seguire percorsi inaspettati, simili a quelli di Icardi o Totti sotto la guida di tecnici che antepongono il collettivo all’individuo’. Ha poi aggiunto, con una punta di provocazione: ‘Se Spalletti dovesse decidere, il giocatore più forte giocherebbe sempre, e in questo momento, quel giocatore è Vlahovic’.




