Stefano Braghin, dirigente della Juventus Women, ha condiviso le sue riflessioni sul percorso del calcio femminile e sulle prestazioni della sua squadra. Lo ha fatto in un’intervista rilasciata a L Football prime dell’amichevole Italia-Brasile di ieri. Le sue dichiarazioni hanno toccato temi cruciali come lo sviluppo del movimento, la valorizzazione delle singole atlete e le elevate aspettative che circondano il club bianconero.
Il percorso del calcio femminile: crescita e sostenibilità
Braghin ha sottolineato come il calcio femminile, pur avendo raggiunto lo status professionistico solo da pochi anni, stia affrontando un cammino impegnativo, paragonabile a una corsa a ostacoli. Ha evidenziato la necessità di “tempo e opportunità” per consolidare la sua crescita, che deve essere intrinsecamente legata alla sostenibilità economica. Il dirigente ha rimarcato l’importanza di un adeguato supporto finanziario e di ricavi stabili per garantire un equilibrio duraturo e permettere al movimento di prosperare pienamente. Questo sviluppo, secondo Braghin, è fondamentale per il futuro della disciplina.
Sofia Cantore: un talento in piena espansione
Parlando delle individualità, Braghin ha espresso grande fiducia in Sofia Cantore. La calciatrice è stata in bianconero fra il 2017 e il 2019, poi ancora fra il 2022 e il 2025. Ora è volata negli Stati Uniti. Braghin ha descritto l’attaccante come una giocatrice “serena e spensierata”, che ha saputo esprimere appieno il suo potenziale grazie all’ambiente favorevole trovato nella squadra. Il dirigente ha ricordato come l’esperienza precedente con la Juventus e la partecipazione all’Europeo con la nazionale italiana abbiano contribuito a rafforzare la sua autostima. Forte di questa ritrovata sicurezza, Cantore sta ora mostrando le sue migliori qualità, e Braghin nutre la speranza che possa continuare a migliorare, date le “sue potenzialità enormi”.
Le aspettative elevate della Juventus Women
Braghin ha riflettuto sulle particolari dinamiche che caratterizzano la Juventus Women, attualmente ferma a 4 punti in Serie A a causa di un inizio lento. Ha menzionato la conquista di “tre trofei tra maggio e settembre”, un risultato che altrove sarebbe celebrato con grande entusiasmo, mentre a Torino genera quasi una “disperazione collettiva” di fronte a un pareggio o una sconfitta. Il dirigente ha sottolineato che, nonostante la squadra abbia vinto il primo trofeo stagionale un mese fa e sia in corsa per tutti gli altri obiettivi, inclusa la qualificazione ai play-off di Champions League, ogni passo falso viene amplificato. Questa pressione, tuttavia, è vista come un elemento che “rafforza il gruppo”, poiché dimostra l’alto livello di eccellenza a cui la Juventus ha abituato il proprio pubblico.




