Juventus, Evra torna a casa: gobbo assoluto
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Evra polemico: “Tudor? Mi dispiace. I calciatori pensano solo a TikTok”

Patrice Evra analizza il momento della Juventus, criticando la “generazione TikTok” dei calciatori. Ecco le sue parole sui social

Patrice Evra, ex giocatore della Juventus, ha recentemente condiviso le sue riflessioni sul club bianconero attraverso i suoi profili social. 

La responsabilità dei calciatori e il rammarico per Tudor

L’ex difensore francese ha espresso il suo dispiacere per la situazione di Igor Tudor, ma ha anche sottolineato con fermezza la responsabilità dei giocatori. “Quando un allenatore viene allontanato è un chiaro segnale che i giocatori non hanno dato il massimo. È giusto che si sentano in colpa, è una lezione che ho imparato anch’io in passato quando accadde un episodio simile al Manchester United”. 

La “generazione TikTok” 

Evra non ha risparmiato critiche alla mentalità dei calciatori odierni, definendola la “generazione TikTok”. Secondo l’ex bianconero, i giovani sono eccessivamente concentrati su aspetti esterni al gioco. “Oggi i calciatori sembrano più interessati alla moda e ai social media che al vero spirito del gioco. Hanno troppe distrazioni che li allontanano dalla dedizione totale che il calcio di alto livello richiede”, ha affermato.

I valori della Juventus 

Il ricordo dei tempi passati è forte nelle parole di Evra, che ha rievocato un’epoca in cui il legame con la società e il sacrificio erano pilastri fondamentali. “Ricordo i tempi in cui giocare per la Juventus significava sacrificare tutto, persino la famiglia. Eravamo lì, a Villar Perosa, a respirare la storia, con il presidente Andrea Agnelli e Fabio Paratici sempre al nostro fianco, indipendentemente dalle condizioni del campo. Questo è lo spirito che deve animare chi veste la maglia bianconera”.

Un futuro nel calcio? La porta non è chiusa

Nonostante le richieste dei tifosi di vederlo tornare in un ruolo dirigenziale o come allenatore, Evra ha chiarito la sua posizione attuale. “Molti tifosi mi hanno chiesto di tornare, magari in un ruolo dirigenziale o come allenatore. Ho i patentini, ma al momento ho un’altra vita che richiederebbe un sacrificio totale. Tuttavia, il calcio è una parte di me e prima o poi tornerò”, ha concluso.