Il derby della Mole tra Juventus e Torino si è concluso con un dato statistico che fa riflettere più del risultato stesso: i bianconeri hanno terminato la partita con zero ammonizioni a carico e un totale di appena nove falli commessi. Un segnale di correttezza che, tuttavia, nasconde un lato preoccupante legato all’atteggiamento della squadra in una delle sfide più sentite della stagione.
Un derby senza mordente
In una partita storicamente caratterizzata da un’elevata tensione agonistica, la squadra bianconera ha dato l’impressione di non voler andare oltre il proprio compito, mancando di quel furore necessario per imporsi. L’unico cartellino giallo della gara, estratto al 65′ dall’arbitro Luca Zufferli, è stato infatti per un giocatore del Torino, Kristjan Asllani, per un intervento su Kenan Yildiz. Il confronto con i derby del passato, spesso ricordati per l’intensità dei duelli in campo e un numero ben più alto di sanzioni disciplinari, evidenzia un cambiamento radicale nell’approccio della Juventus, apparsa quasi troppo ‘educata’ per un contesto simile.
Un’apatia che va oltre la singola partita
Questa mancanza di aggressività non può essere liquidata come un episodio isolato, ma sembra essere il sintomo di una condizione più generale di apatia e pigrizia. La tendenza a non ‘sporcarsi le mani’ e ad accontentarsi di una prestazione priva di mordente è un campanello d’allarme, specialmente in una fase della stagione in cui una vittoria nel derby avrebbe potuto rappresentare una svolta decisiva per la classifica e il morale. Per ritrovare la sua vera identità, la Juventus deve riscoprire non solo il gioco, ma anche quella sana ‘cattiveria’ agonistica che in partite come questa non può mancare. Nove falli, in un derby, sono semplicemente troppo pochi.
