Adzic, la delusione a Bodo e la necessità di giocare: quale futuro per lui?
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Adzic, la delusione a Bodo e la necessità di giocare: quale futuro per lui?

La prestazione opaca di Vasilije Adzic contro il Bodo Glimt accende il dibattito: come gestire la crescita del giovane talento montenegrino? Servono pazienza e maggior minutaggio.

La prestazione incolore di Vasilije Adzic contro il Bodo Glimt ha acceso i riflettori sul percorso di crescita del giovane montenegrino alla Juventus. Un passo falso che, se da un lato ha evidenziato le difficoltà del giocatore, dall’altro ha sollevato interrogativi sulla gestione del suo talento e sulla necessità di concedergli il giusto spazio per maturare.

Una serata no e il paragone con Yildiz

Contro la squadra norvegese Adzic non è riuscito a incidere. Il giovane è apparso fuori posizione e incapace di trovare lo spunto decisivo. Una performance negativa, resa ancora più evidente dal netto cambio di passo che la Juventus ha mostrato con l’ingresso di Kenan Yildiz. Il confronto tra i due è emblematico delle diverse fasi di carriera: Yildiz è un giocatore più affermato e dal valore di mercato consolidato, mentre Adzic è un prospetto ancora in fase di costruzione. È quindi comprensibile che non possa essere sempre decisivo, specialmente considerando il suo scarso impiego e il fatto che si trovi alla sua prima vera stagione come alternativa nel reparto offensivo.

L’importanza di giocare per crescere

La questione centrale, però, riguarda le opportunità. Se un giovane talento come Adzic non trova spazio nemmeno in partite come quella contro il Bodo Glimt, quando potrà accumulare l’esperienza necessaria? Gare di questo tipo sono fondamentali per mettere minuti nelle gambe e benzina nel motore della fiducia. La crescita di un calciatore passa inevitabilmente dal campo. Per questo, concedergli occasioni anche contro avversari come il Pafos o nei turni di Coppa Italia potrebbe rappresentare un passo cruciale nel suo percorso formativo, che è appena agli inizi. Sebbene un prestito, sulla falsariga dell’operazione che ha portato Soulé a Frosinone, avrebbe potuto accelerarne la maturazione, anche la permanenza a Torino può rivelarsi altamente formativa, a patto che sia accompagnata da un impiego mirato e costante.