Zbigniew Boniek, indimenticato ex giocatore della Juventus, ha condiviso le sue riflessioni sulla squadra bianconera in un’intervista concessa al Corriere della Sera. Le sue parole tracciano una linea netta tra il passato glorioso del club e un presente che, a suo dire, ha perso parte della sua unicità. L’analisi di Boniek tocca non solo l’aspetto tecnico della squadra, ma anche l’identità stessa della società. C’è spazio anche per un pensiero dedicato all’amico ed ex compagno Michel Platini.
Una squadra di campioni contro una di buoni giocatori
Secondo Boniek, la differenza fondamentale tra la sua Juventus e quella attuale risiede nella caratura dei singoli. “Venivo dalla Polonia dove ero già un calciatore affermato, ma la Juve era una delle più forti squadre del mondo”, ha ricordato, sottolineando come la rosa fosse “piena di campioni veri che hanno fatto la storia del calcio”. Oggi, invece, l’ex attaccante polacco vede “solo buoni giocatori”. Un altro aspetto che Boniek evidenzia è la perdita di quello stile unico che caratterizzava il club sotto la presidenza di Boniperti, citando aneddoti personali come le telefonate del presidente a sua moglie per dettagli come il taglio di capelli. Un’attenzione che, secondo lui, distingueva la Juventus da tutte le altre società. Critica anche un gesto di Andrea Agnelli, che “scese in campo e parlò ai tifosi davanti a tre microfoni”, un comportamento definito non sbagliato in sé, ma comune, che ha contribuito a rendere la Juventus “come le altre squadre”.
Il sostegno a Platini: “Ha subito un’ingiustizia”
Nell’intervista, Boniek ha parlato anche del suo legame con Platini. Un’amicizia nata dalla loro condizione di unici stranieri in squadra e consolidata dal rapporto tra le loro famiglie. L’ex giocatore polacco ha preso le difese del francese riguardo le vicende giudiziarie che lo hanno coinvolto: “Michel ha subito un’ingiustizia alla Uefa, travolto dallo scandalo”. Boniek non ha dubbi sull’integrità dell’ex numero 10, descrivendolo come “una persona onesta, brava, buona”.
