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Neve e trasferte ostili: la Juventus e i precedenti da incubo

La Juventus è pronta ad affrontare il Bodo Glimt, ma la neve evoca ricordi amari. Da Poznan a Istanbul, ripercorriamo le partite che hanno segnato la storia bianconera in condizioni climatiche estreme.

Per la Juventus, il bianco della neve non è quasi mai sinonimo di festa. Anzi, evoca ricordi amari e partite complicate, finite spesso con delusioni. Con la squadra pronta ad affrontare il freddo della Norvegia contro il Bodø/Glimt, il pensiero torna inevitabilmente a quei precedenti in cui il clima avverso ha giocato un ruolo decisivo, trasformando il campo in una trappola. Da Poznan a Istanbul, la storia bianconera è segnata da battaglie combattute più contro il fango e il gelo che contro gli avversari.

I precedenti sotto la neve: da Poznan a Istanbul

Due episodi, in particolare, sono rimasti impressi nella memoria dei tifosi. Il primo risale a 15 anni fa, in Polonia, contro il Lech Poznań in Europa League. Sotto una fitta nevicata, la Juventus di Del Neri non andò oltre un 1-1 che, di fatto, sancì l’eliminazione dalla competizione. Dopo il gol subito da Rudnevs, la rete di Iaquinta non bastò a raddrizzare una partita nata male. Ancor più celebre è il precedente di Istanbul contro il Galatasaray, l’11 dicembre 2013. La partita, sospesa per neve e rinviata al giorno dopo, si giocò su un terreno ai limiti della praticabilità. Le polemiche sulle condizioni del campo furono enormi: gli addetti ai lavori sembrarono favorire la metà campo offensiva dei turchi, pulendola con più cura rispetto a quella destinata alla Juventus. Una disparità che, unita al terreno pesante e irregolare, contribuì alla sconfitta per 1-0 firmata da Sneijder, che costò alla squadra la retrocessione in Europa League.

Il ricordo di Marocchi e l’ultima volta in Norvegia

Anche l’ultima trasferta norvegese della Juventus, il 25 settembre 2001 contro il Rosenborg, fu caratterizzata da una fitta nevicata e da un campo pesante. In quell’occasione, un gol di Del Piero illuse i bianconeri, raggiunti però sull’1-1 da un rigore di Skammelsrud all’89’. A proposito di sfide nel gelo, Giancarlo Marocchi, in una intervista a Tuttosport, ha sottolineato la necessità di un approccio diverso in queste condizioni: “Non si deve giocare in modo classico, soprattutto se soffia il vento, cade la neve, si ghiaccia il campo. Bisogna adattarsi in fretta”. L’ex centrocampista ha poi ricordato un’esperienza personale, un viaggio avventuroso a Bucarest nel dicembre 1995 contro la Steaua, quando fu capitano con la maglia numero 9. Un precedente che, a differenza di altri, si concluse con una festa, ma che insegna come l’adattamento sia fondamentale per superare le insidie del grande freddo.