Alla vigilia del derby contro il Torino, valido per la quattordicesima giornata del Campionato Primavera 1, il tecnico della Juventus Simone Padoin ha condiviso le sue riflessioni ai canali ufficiali del club. La squadra bianconera si prepara a scendere in campo sabato 6 dicembre alle ore 11 presso lo Juventus Training Center di Vinovo per una sfida che, come sottolineato dall’allenatore, va oltre la semplice posizione in classifica.
L’approccio mentale al derby
Secondo Padoin, il derby è una “partita speciale” che richiede un approccio basato su tranquillità e lucidità. L’allenatore ha spiegato di aver lavorato per mantenere un clima sereno durante la settimana, consapevole che un’eccessiva pressione potrebbe rivelarsi controproducente. “Percepisco che questa partita si senta in modo particolare”, ha affermato, basandosi anche sull’esperienza maturata osservando le categorie giovanili. “La mia convinzione è che un’eccessiva pressione possa ritorcersi contro in termini di lucidità e qualità tecnica”. L’obiettivo è quindi quello di non caricare eccessivamente l’appuntamento, per permettere ai giocatori di esprimersi al meglio. La carica emotiva, secondo il tecnico, arriverà naturalmente a ridosso della partita.
La forza del gruppo e la flessibilità tattica
Nonostante un avvio di stagione definito “balbettante”, Padoin ha sempre avuto fiducia nel suo gruppo, lodando l’approccio eccellente dimostrato dai ragazzi fin dal primo giorno di allenamento. I risultati positivi recenti sono, a suo dire, il frutto del lavoro collettivo. Ha elogiato la risposta di chi ha avuto meno spazio, citando i gol di Sosna e Durmisi in Youth League e il contributo di Vallana, decisivo in un momento di emergenza a centrocampo. Una menzione speciale è andata a Mazur, che si sta allenando con la Next Gen, un traguardo definito “meraviglioso”. Questa crescita è legata anche a una visione tattica fluida: “Non ho degli schemi fissi, mi piace che i giocatori possano trovarsi in posizioni che, magari, non sono strettamente consone alle loro caratteristiche. Vedo il calcio in continua evoluzione e c’è bisogno di movimento”.
Un bilancio dei primi mesi da allenatore
Riflettendo sui suoi primi cinque mesi alla guida della squadra, Padoin ha descritto l’esperienza come “intensa” e totalizzante, ma ha tracciato un bilancio “assolutamente positivo”. “Rispetto al ruolo di calciatore o anche di collaboratore, i pensieri sono costantemente lì: si vive il calcio 24 ore su 24”, ha confessato. Tuttavia, la passione e il divertimento prevalgono, con il giorno della partita vissuto come il momento più bello della settimana. Contrariamente a chi pensa che un allenatore possa incidere poco a gara in corso, Padoin rivendica l’importanza di intervenire quando le cose non vanno. “Sono assolutamente contento di come sono andati questi cinque mesi”, ha concluso, fissando l’obiettivo di chiudere al meglio il 2025 nelle cinque partite rimanenti.




