Nel calcio, l’analisi dei dati è diventata una componente cruciale per il successo di un club. La Juventus sembra aver abbracciato pienamente questa filosofia ponendo i numeri al centro del proprio progetto tecnico e strategico. Un approccio innovativo che, come riportato dalla Gazzetta, trova in Damien Comolli uno dei suoi principali promotori.
Allineamento totale tra campo e scrivania
Il successo di una metodologia basata sui dati, secondo l’esperienza di Comolli, dipende da un fattore chiave: l’assoluto allineamento tra tutte le componenti del club. Dall’amministratore delegato fino all’ultimo membro dello staff, tutti devono condividere e supportare una cultura “data-driven”. Spesso, nei club tradizionali, si crea una frattura tra la visione del management e le esigenze dell’allenatore. Per superare questo ostacolo, la Juventus starebbe valutando l’inserimento di una figura-ponte, un professionista in grado di tradurre il linguaggio dei dati in concetti comprensibili per chi lavora sul campo.
Patti chiari con gli allenatori
Comolli ha inoltre svelato un metodo peculiare per assicurarsi che la filosofia del club sia pienamente accettata dallo staff tecnico. Durante i colloqui, le valutazioni positive espresse da un allenatore sulla squadra e sul progetto vengono inserite direttamente nel contratto. Questa clausola serve a evitare che, una volta iniziato il lavoro, il tecnico possa ritrattare le sue posizioni iniziali. “Se accetti di lavorare con noi, accetti che i dati guidino ogni decisione. Altrimenti ci salutiamo”, ha spiegato Comolli, sottolineando la natura non negoziabile di questo approccio.




