Il futuro di Dusan Vlahovic alla Juventus resta sospeso tra la volontà di continuare insieme e le complessità di un rinnovo contrattuale che si preannuncia tutt’altro che semplice. Per evitare tensioni e distrazioni a stagione in corso, l’attaccante serbo e la dirigenza bianconera, grazie alla mediazione di Giorgio Chiellini, hanno siglato una tregua. Ogni discussione è stata messa in pausa, con l’impegno di ritrovarsi al tavolo delle trattative solo al termine del campionato per definire il da farsi.
L’intesa per posticipare la decisione
La soluzione individuata è stata quella di prendersi del tempo. Un accordo di non belligeranza che permette alla Juventus di concentrarsi sugli obiettivi sportivi e a Vlahovic di giocare senza la pressione di una scadenza imminente. La scelta di posticipare il dialogo offre a entrambe le parti la possibilità di valutare con calma la situazione a giugno. Molto dipenderà dalla qualificazione della Juventus alla prossima Champions League, fattore determinante per le strategie economiche del club. Allo stesso tempo, l’attaccante avrà modo di capire quali scenari di mercato si apriranno attorno a lui, forte di una stagione che lo vede protagonista e capocannoniere della squadra con sei reti.
La volontà del giocatore e l’interesse del Bayern
Dal canto suo, Dusan Vlahovic non ha mai nascosto di trovarsi bene a Torino, dove si sente un leader e gode della piena fiducia dell’ambiente. Il centravanti serbo sarebbe disposto a negoziare il prolungamento, a patto di ricevere adeguate rassicurazioni sul progetto tecnico e sul suo ruolo centrale nella squadra. Tuttavia, le sue prestazioni non passano inosservate e l’interesse di grandi club europei, come il Bayern Monaco, rappresenta una variabile importante. Questa consapevolezza lo spinge a dare il massimo in campo.
I dubbi della dirigenza sull’ingaggio
Se da un lato la Juventus riconosce l’importanza di Vlahovic, dall’altro, all’interno della Continassa, esiste una corrente di pensiero che predica cautela. La principale perplessità riguarda l’aspetto economico dell’operazione. Un rinnovo a cifre elevate, superiori agli 8 milioni di euro netti a stagione, viene considerato da una parte della dirigenza un rischio eccessivo, soprattutto alla luce di una continuità di rendimento che in passato è a volte mancata.




