Il 5 dicembre 2006 rappresenta una data significativa nella stagione della Juventus in Serie B, segnata da un episodio controverso che vide protagonista Pavel Nedved. Il centrocampista ceco fu al centro di un evento che portò a una pesante sanzione e a conseguenze dirette sul cammino della squadra.
La reazione dopo il rosso e la maxi-squalifica
Durante la partita contro il Genoa, terminata 1-1 anche grazie a un suo gol, Pavel Nedved fu espulso per un brutto fallo. La reazione del giocatore bianconero fu veemente: protestò in modo plateale nei confronti dell’arbitro Stefano Farina, arrivando a pestargli un piede. Questo comportamento, giudicato inaccettabile, portò il Giudice Sportivo a infliggergli una squalifica di ben cinque giornate. La società bianconera, ritenendo la punizione eccessiva, decise di presentare ricorso.
I ricorsi respinti e l’impatto sulla squadra
Nonostante i tentativi della Juventus, i ricorsi non trovarono accoglimento. Il 14 dicembre, la Commissione Disciplinare rigettò la prima istanza, sottolineando nel comunicato ufficiale che il calciatore, dopo l’espulsione, aveva rivolto all’arbitro “con atteggiamento provocatorio, una frase volgare di protesta, calpestandogli un piede, senza conseguenze lesive”. Pure il successivo appello alla CAF fu respinto. Nedved fu così costretto a saltare le partite contro Bologna, Hellas Verona, Arezzo, Cesena e Mantova. Proprio durante la sua assenza, la Juventus incassò contro il Mantova la sua prima, storica sconfitta nel campionato di Serie B.
