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Bonini sulla Juventus: “Troppe rivoluzioni, la società ha le sue responsabilità”

L’ex mediano Massimo Bonini analizza il momento della Juventus, criticando le continue rivoluzioni e la mancanza di programmazione. Un richiamo alla responsabilità della società e al valore del gruppo.

Massimo Bonini, indimenticato mediano della Juventus del “Decennio d’Oro”, è tornato a parlare del mondo bianconero in occasione della presentazione di un docufilm a Torino. L’ex calciatore ha offerto una lucida analisi delle differenze tra la sua squadra, capace di dominare in Italia e in Europa, e quella attuale, sottolineando le difficoltà del presente e individuando precise responsabilità nella gestione societaria.

Le critiche alla gestione della Juventus

Secondo Bonini, il problema principale della Juventus risiede nelle continue e profonde trasformazioni della rosa. L’ex centrocampista ha spiegato come i troppi cambiamenti, attuati stagione dopo stagione, rendano arduo costruire un gruppo competitivo e coeso nel lungo periodo. Questa mancanza di programmazione, a suo avviso, è una precisa responsabilità della società, che deve mettere i giocatori nelle condizioni ideali per rendere al massimo. Le continue rivoluzioni non aiutano a trovare quella continuità che altre squadre dimostrano, rendendo più difficile il raggiungimento degli obiettivi stagionali.

L’importanza del collettivo e la filosofia del “muoversi”

Bonini ha poi posto l’accento sull’importanza del centrocampo, definito “fondamentale”, a patto che funzioni come un reparto unito e collaborativo, dove il singolo non può fare la differenza da solo. A questo proposito, ha offerto una visione del calcio basata sul concetto di “muoversi” anziché di “correre”. La differenza, ha spiegato, è sostanziale: “correre” è un’azione individuale e spesso disordinata, mentre “muoversi” implica un lavoro di gruppo, fatto di sacrificio e coordinazione per e con il compagno. È questa la chiave per diventare una squadra vera, un’orchestra in cui ogni elemento è al posto giusto. Per Bonini, questo processo parte dalla difesa, che ha il compito di comandare e guidare il reparto di mezzo, creando un sistema interconnesso che porta all’obiettivo finale.

Personalità e un eccesso di stranieri

Riguardo alla presunta mancanza di personalità della squadra attuale, Bonini concorda parzialmente, ma riconduce il discorso alla necessità di un ambiente che favorisca l’espressione del talento. L’ex giocatore ha anche toccato il tema del numero eccessivo di stranieri nel campionato italiano, vedendo in questa tendenza una delle cause delle difficoltà della Nazionale. Pur riconoscendo il valore formativo del confronto con calciatori di altre culture, ritiene che l’attuale sproporzione, con due o tre italiani al massimo nell’undici titolare dei top club, sia un ostacolo per il sistema calcio del paese.