Marcelo Estigarribia, esterno paraguaiano che ha recentemente annunciato il suo ritiro dal calcio, ha ripercorso in un’intervista la sua stagione con la maglia della Juventus, coincisa con la vittoria del primo scudetto dell’era Conte. In una conversazione esclusiva con Gianlucadimarzio.com, l’ex giocatore ha condiviso aneddoti e retroscena, dalla trattativa che lo portò a Torino fino al legame con i compagni, offrendo uno spaccato unico di quell’annata memorabile.
L’arrivo in bianconero e un esordio inaspettato
Il trasferimento di Estigarribia alla Juventus fu una scelta fortemente voluta. L’agente del calciatore fu avvisato: in caso di chiamata da Torino, ogni altra trattativa sarebbe stata messa in pausa. A rafforzare la sua convinzione fu il consiglio di Edgar Barreto, che descrisse la Juventus come “la squadra migliore d’Italia”. L’operazione si concretizzò subito dopo la Copa America, tanto che il giocatore rinunciò alle vacanze per aggregarsi al ritiro. Il suo debutto fu altrettanto rocambolesco: presentatosi all’inaugurazione dello Juventus Stadium con gli scarpini portati per precauzione, fu accolto da Antonio Conte che gli preannunciò un impiego imminente. “Ero appena arrivato e in due giorni già stavo giocando nel nuovo stadio”, ha ricordato Estigarribia, che scese in campo contro il Notts County.
La svolta di Napoli e la fortezza dello Stadium
Secondo l’esterno paraguaiano, un momento chiave della stagione fu la partita contro il Napoli. Sotto per 3-1, la squadra riuscì a rimontare fino al 3-3, con un suo gol che riaprì la gara. “Credo che dopo quella partita ci fossimo detti che potevamo davvero vincere lo scudetto”, ha affermato. Un fattore determinante per il successo fu il rendimento casalingo. Lo Juventus Stadium era diventato un vero e proprio fortino, un luogo dove la squadra si sentiva invincibile. “Quando giocavamo in casa eravamo sicuri di vincere”, ha confessato, descrivendo un’energia che trascinava il gruppo verso la vittoria.
L’unione del gruppo e il rapporto con Chiellini
Quel primo scudetto, a detta di Estigarribia, fu “tanto speciale” soprattutto per la coesione del gruppo. L’unione d’intenti coinvolgeva tutti, da chi scendeva in campo a chi restava in panchina o in tribuna, creando un ambiente coeso e determinato. All’interno dello spogliatoio, una figura di riferimento per lui fu Giorgio Chiellini. “La persona che più mi parlava e stava accanto a me era Chiellini”, ha rivelato, esprimendo profonda stima e rispetto per il difensore, definito “una persona meravigliosa” prima ancora che un leader.




