Fin dal suo arrivo sulla panchina della Juventus, Luciano Spalletti ha manifestato l’intenzione di modificare l’assetto difensivo della squadra, puntando a una transizione verso la difesa a quattro. Un’idea tattica chiara, emersa già nella conferenza stampa del 31 ottobre, che non prevede strappi improvvisi ma un’evoluzione progressiva, basata sulla disponibilità dei giocatori ad adattarsi a nuove posizioni e schemi.
Le prime prove tattiche di Spalletti
Il passaggio dalla difesa a tre a quella a quattro non è ancora avvenuto in modo definitivo, ma i primi segnali di cambiamento si sono visti in campo. Durante gli ultimi venti minuti della partita contro il Bodo, la squadra si è schierata con una linea a quattro composta da Kalulu, Kelly, Koopmeiners e Cabal, mostrando una buona tenuta difensiva nonostante l’episodio del rigore. Un esperimento più esteso si è verificato in Coppa Italia contro l’Udinese, dove l’impostazione a quattro è stata evidente fin dall’inizio. In questa occasione, i difensori hanno eseguito movimenti “a fisarmonica”, con Kalulu che, stringendo la posizione, permetteva a Cambiaso di avanzare e creare spazi per gli inserimenti di McKennie a supporto di Jonathan David.
Bremer, l’elemento decisivo per la nuova difesa
Il percorso verso il nuovo sistema difensivo richiederà ulteriori test e non è detto che le soluzioni viste contro l’Udinese vengano riproposte con continuità, specialmente in vista di impegni come la trasferta di Napoli. Il rientro di Koopmeiners nella linea a tre, ad esempio, rende più complessa l’applicazione di certi meccanismi. Tuttavia, la vera chiave di volta per completare questa trasformazione tattica è rappresentata dal pieno recupero di Gleison Bremer. Il difensore brasiliano è considerato da Spalletti l’anello mancante, il centrale strategico indispensabile per dare solidità e futuro a una difesa a quattro che possa funzionare per l’intera durata delle partite e non solo per spezzoni di gara.




