La Juventus si prepara ad affrontare il Pafos in Champions League. L’allenatore bianconero Luciano Spalletti ha presentato la sfida in conferenza stampa: “Il Pafos è una squadra tosta. Ha molti brasiliani e portoghesi che sanno giocare a calcio. Ha fatto brutta figura solo col Bayern, poi ha preso pochissimi gol nonostante abbia disputato partite di alto livello perché ha avuto avversari top. Da un punto di vista fisico sono tignosi, vogliosi di metterla su livello individuale, ti vengono addosso forte, usano le mani, ogni contrasto sarà una storia. Vincendo quel contrasto lì possono determinare la partita. Hanno organizzazione sui calci piazzati, nei due uomini sotto punta hanno qualità da vendere”.
Le parole di Spalletti
Sui numeri dell’attacco, Spalletti ha detto: “I numeri sono quelli non desiderati al momento, per risultati e individualità. Ora ho più conoscenza dei calciatori a disposizione, questo per me è fondamentale. Vedo che sono migliorate alcune cose poi. Non siamo bravi a ripeterle spesso dentro la partita. Dobbiamo riconoscerle di più come detto in precedenza e dobbiamo farne di più. Gli ho visto fare belle giocate ai nostri attaccanti. Sul gol di domenica significa che ce le abbiamo quelle robe lì, l’essenziale è riproporle più spesso”.
Parlando di fiducia della squadra, l’allenatore ha aggiunto: “Ho le stesse intenzioni, certezze, di quando ho accettato di venire a fare l’allenatore della Juventus. Li vedo migliorare in allenamento. Più li vedo e più ho a che fare e più mi arrabbio e mi tranquillizzo allo stesso momento. Mi fan sentire sull’ottovolante. Vedi una cosa ormai presa e che si farà, poi si va ad annullarla e ripartire da capo. Ma a me non cambia niente e non cambierà in futuro, non cambierò da un risultato. Le cose si affrontano: si troverà una spiegazione da quello che è avvenuto per prevedere ciò che sarà”.
Su Bremer e Rugani: “Anche io sono qui che li aspetto a braccia aperte. Domani saranno convocati e andranno in panchina. Non so se saranno della partita. Rugani ha avuto un periodo meno lungo di Bremer, ma è da vedere”.




